Se solo Hitler e Mussolini si fossero dati a praticare un gioco con il pallone una volta alla settimana a Ginevra, ho la sensazione che l’Europa avrebbe avuto un destino diverso. (RG Briscow)
Strada facendo la conversazione cadde sullo sport. Nessuno dei due ne faceva: non andavano mai né a una partita di calcio né a un incontro di pugilato. Ma lo sport di una volta, quando loro erano bambini, era un’altra cosa. Si misero a parlarne. Parlarono dei temi andati, delle prime corse ciclistiche, dei primi assi del volante, dei grandi campioni della boxe e d’incontri rimasti famosi. Una folla di nomi sbocciò sulle loro labbra.
Molti credevano d’averli dimenticati da un pezzo, ma bastava pronunciarne uno perché questo risuscitasse altri compagni dall’oblio in cui giacevano. I loro animi vibravano, a ogni nome che cadeva nel silenzio della strada, e a un tratto trasalirono. Avevano pronunciato lo stesso nome (Manlio Cancogni)
L’uomo è interamente uomo soltanto quando gioca. (Friederich Schiller)
Se la vittoria non è tutto, perché tengono il conteggio dei punti? (Vince Lombardi)
Chi vince festeggia, chi perde spiega. (Julio Velasco)
Questa è la bellezza dello sport. A volte ridi, a volte piangi. (Jospeh Guardiola)
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