Breve bio dell’autore Gianluca Sonnessa, alias Malforte.
Viviamo a mio parere un’epoca di assottigliamento degli ideali, una sorta di periodo emotivamente ermetico che ci rende freddi calcolatori, lasciando insoddisfatte le nostre notti sudate d’insoddisfazione.
Per questo credo servano poeti nelle piazze e saltimbanchi per le vie.
Servirebbero anche un plettro una penna e un bancale di fogli.
Avremmo bisogno di un blocco d’argilla e qualche litro d’acqua, di pennelli di tele mangianastri e mangiafuoco.
Insomma ci servirebbe fare qualcosa.
Io scrivo il mio cuore sul foglio.
Viviseziono emozioni per poggiarvele in fila sul tavolo gelido della confessione.
Amando ed odiando il giorno in cui non posso fare a meno di scrivere.
Gianluca Sonnessa interpreta Malforte.
Una maschera con su scritta la verità.
Dopo averti aspettata
per una vita,
il peggio che può
capitarmi,
è doverti aspettare
per un minuto.
(Gianluca Sonnessa)
Astenersi è un diritto.
Infatti ognuno di noi ha il diritto di far decidere ad altri le proprie sorti.
(Gianluca Sonnessa)
Il tempo perso a scrivere,
disegnare,comporre,
o anche solo a Pensare,
non è mai tempo perso,
ma un vezzo,
che concediamo
al nostro spirito
mentre prepariamo un regalo
da non porgere a nessuno.
Ma da condividere con tutti.
(Gianluca Sonnessa)
Se soffrite del mal
di non esser voi stessi,
sappiate che ad oggi
per voi c è una cura.
Tornate a giocar
con i treni
e coi gessi,
e di morir tristi
non ne avrete paura.
(Gianluca Sonnessa)
Fammici perdere in questo tuo abbraccio, come quando le navi si perdono nella notte dell oceano.(Gianluca Sonnessa)
Non mi fido in assoluto di chi non sbaglia e di chi non perdona, e solitamente queste due caratteristiche, abitano la stessa persona.
(Gianluca Sonnessa)
Spensi il suo sguardo nel posacenere, lasciandolo affiochirsi tra i filtri e la carta strappata.
Se ne andò sbuffando qualche pensiero, ma non rimase nulla dentro la stanza, se non la eco della porta che si chiude.
Forse per un’ora o forse per sempre.
(Gianluca Sonnessa)
.Sembrava aver l’anima leggera delle foglie in autunno, destinata com’ era, come tutte, a dover abbracciare il suolo.
(Gianluca Sonnessa)
Ricordi quel cumulo di detriti sotto il quale mi trovasti?
Guarda, ti ci ho fatto un castello.
(Gianluca Sonnessa)
“Signori confesso,
non ho più molto da offrirVi,
dovrò giocoforza riprendermi ciò di cui mi avete privato”.
(Gianluca Sonnessa)
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